Notiziario AIOM

COVID: LE RACCOMANDAZIONI ASCO PER RAFFORZARE L’ASSISTENZA E LA RICERCA ONCOLOGICA

Il documento invita il Congresso, l’Amministrazione e la comunità degli operatori sanitari a eliminare le disparità nelle cure

Giordano Beretta, Presidente AIOM: “È necessario abituarsi a far convivere la cura dei pazienti colpiti dal cancro con l’emergenza epidemica. Lo sforzo della nostra società scientifica, nelle sue diverse articolazioni – FICOG, FOCE, Fondazioni -, sarà sempre massimo”

La Società Americana di Oncologia Clinica (American Society of Clinical Oncology, ASCO) ha pubblicato le raccomandazioni per indirizzare il recupero della comunità oncologica  dalla pandemia COVID-19. Mettendo in pratica le lezioni apprese durante la pandemia, Road to Recovery Report: Learning from the COVID-19 Experience to Improve Clinical Research and Cancer Care di ASCO intende rendere la cura oncologica e le opportunità di ricerca più accessibili ed eque per i pazienti. È importante sottolineare che ASCO intende, con queste raccomandazioni, affrontare le disparità di lunga data nella cura del cancro, evidenziate dalla pandemia.

“Quando finirà la pandemia, i pazienti meritano di più che tornare alla situazione pre COVID-19. Abbiamo l’opportunità di offrire un’assistenza migliore a chiunque sia colpito dal cancro, prendendo spunto dalle informazioni che abbiamo raccolto durante la pandemia,” ha dichiarato Lori J. Pierce, MD, FASTRO, FASCO, Presidente ASCO. “L’assistenza oncologica è caratterizzata dalle stesse diseguaglianze della società in generale. Per riemergere dalla pandemia più forti, dobbiamo fare in modo che ogni paziente possa beneficiare dei progressi raggiunti nella ricerca e nella cura del cancro.”

Per sviluppare le raccomandazioni, ASCO ha istituito task force di volontari che si sono concentrate sull’erogazione delle cure e sulla ricerca oncologica. Composte da medici membri di ASCO e da altri professionisti dell’assistenza oncologica e membri delle associazioni di pazienti, le task force hanno valutato le risposte al COVID-19 da parte del governo federale e statale, piani sanitari, professionisti sanitari e altri per stabilire l’impatto della pandemia sull’assistenza oncologica e sulla ricerca. Sulla base di questa valutazione e delle lezioni imparate, le task force hanno evidenziato le opportunità per rafforzare sia il sistema di erogazione delle cure del cancro che gli studi clinici oltre la pandemia. Le raccomandazioni, approvate dal Consiglio di Amministrazione ASCO, sono state pubblicate nel Journal of Clinical Oncology (JCO) di ASCO.

“La pandemia COVID ha comportato modifiche nell’attività oncologica come, del resto, modifiche nel comportamento di tutta la popolazione – spiega Giordano Beretta, Presidente Nazionale AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) -. I pazienti oncologici si sono trovati, nel corso della prima ondata, con alcune difficoltà logistiche legate alla mancanza di percorsi separati, alla difficoltà di accedere ad indagini diagnostiche e a interventi chirurgici, il tutto accompagnato anche dalla paura del contagio. Fin dalle prime settimane della pandemia, all’inizio di marzo, AIOM ha promulgato alcune raccomandazioni, in collaborazione con CIPOMO e COMU, basate principalmente sul ‘buon senso’ in assenza di dati di letteratura, che hanno consentito di svolgere nel miglior modo possibile l’attività terapeutica nei pazienti in trattamento e la gestione, telefonica, telematica e con qualunque altro mezzo consentisse un contatto a distanza, delle visite di controllo”. “Modifiche si sono avute con esperienze di invio a domicilio dei farmaci o di prescrizione per periodi più lunghi del consueto dei trattamenti orali – continua il Presidente AIOM -. Abbiamo promulgato raccomandazioni per la gestione degli accessi venosi centrali che hanno consentito una minore necessità di presentarsi in ospedale. Insieme ad altre Società scientifiche (AIRO, SICO, SIE) abbiamo promulgato documenti con richieste per il mantenimento dell’attività oncologica, per la separazione dei percorsi, per la sorveglianza del personale sanitario e abbiamo contribuito con SIC, SIE, Fondazione Insieme Contro il Cancro alla costituzione di un tavolo tecnico ministeriale per la gestione dei nostri pazienti in periodo di pandemia. Recentemente abbiamo aggiornato le nostre raccomandazioni iniziali, promulgato raccomandazioni per la vaccinazione antiinfluenzale e antipneumococcica, abbiamo richiesto che i pazienti oncologici siano inseriti nella prima fascia delle future vaccinazioni anti-COVID”. “FICOG, di cui AIOM è parte integrante, ha valutato l’impatto della pandemia sulle sperimentazioni e ha proposto alcune iniziative per una gestione migliore dell’attività di ricerca, imparando da quanto avvenuto nel periodo COVID – sottolinea Giordano Beretta -. In tutti gli ambiti è apparso come sia fondamentale fare Rete, sia per l’Assistenza che per la Ricerca, al fine di ottimizzare i risultati e le possibilità per i nostri pazienti. Il ruolo della Rete appare poi indispensabile per una corretta gestione del territorio in collaborazione con la medicina generale e le strutture territoriali. Il comunicato stampa di questi giorni di ASCO prende in considerazione molti degli aspetti di cui AIOM si è occupata, pur con tutte le differenze dei due sistemi sanitari. I punti da loro riportati assomigliano molto a quanto da noi sviluppato nel corso di questi mesi. Il punto fondamentale resta comunque la necessità di abituarsi a far convivere la cura dei pazienti oncologici con l’emergenza epidemica, attuale e tutte le future che si dovessero verificare, senza far perdere possibilità ai pazienti oncologici. In tale ambito lo sforzo di AIOM, nelle sue diverse articolazioni (FICOG, FOCE, Fondazioni), sarà sempre massimo”.

La pandemia ha causato modifiche forzate alla cura e alla ricerca oncologica

Il report di ASCO mette in evidenza nel dettaglio come la pandemia COVID-19 abbia esercitato una pressione significativa sul sistema di assistenza oncologica. Gli operatori sanitari e i ricercatori hanno dovuto adattarsi rapidamente – spesso coordinati o supportati dai responsabili politici e dai contribuenti – per limitare le interruzioni dell’assistenza ai pazienti. Ad oggi, la maggior parte dei pazienti in trattamento ha continuato a ricevere le cure, grazie alla rapida espansione della telemedicina, all’attuazione di nuovi protocolli di sicurezza nei confronti di COVID-19, e altri step per prevenire l’esposizione a COVID-19. Allo stesso modo, i pazienti arruolati negli studi clinici hanno in gran parte potuto continuare la loro partecipazione.

I pazienti con nuova diagnosi, tuttavia, hanno talvolta visto ritardare l’inizio delle cure. A seconda delle condizioni della pandemia nelle varie aree, per esempio, molti ospedali, Stati e governi locali hanno rinviato gli interventi di chirurgia oncologica. COVID-19 ha inoltre causato massicce interruzioni dell’arruolamento negli studi clinici e del lancio di nuovi studi. Queste interruzioni hanno impedito ai pazienti di ricevere le nuove terapie previste e probabilmente ritarderanno i progressi futuri.  La preoccupazione è anche relativa ai ritardi negli screening oncologici.

“Abbiamo resistito in modo notevole alla pandemia con interruzioni gestibili della cura dei pazienti,” ha affermato il past president di ASCO Howard A. “Skip” Burris, MD, FACP, FASCO, che ha supervisionato il lavoro delle task force. “Ma per i pazienti con nuove diagnosi o desiderosi di partecipare agli studi clinici, è stato un periodo particolarmente difficile. Proprio per loro dobbiamo ora agire in base a ciò che abbiamo appreso e supportarli meglio adesso e dopo che la pandemia sarà terminata”.

Le raccomandazioni riguardano molti aspetti della cura oncologica

Le raccomandazioni di ASCO rientrano in due grandi categorie: erogazione delle cure oncologiche e ricerca clinica sul cancro. Alcune sono dirette verso organismi specifici, come il Congresso o i Centers for Medicare & Medicaid Services, mentre altre richiedono un’azione combinata di varie parti interessate, tra cui ASCO. I punti salienti delle raccomandazioni sono i seguenti:

  • Ricerca clinica oncologica – ASCO invita le istituzioni della ricerca, gli sponsor degli studi clinici e gli organismi regolatori a rendere il sistema degli studi clinici più resiliente e flessibile e maggiormente accessibile da parte dei pazienti. In modo particolare:
    • Aumentare l’accesso e l’uguaglianza dei pazienti – continuando i contatti da remoto e in modalità virtuale per il consenso e per altre procedure relative agli studi; integrando gli studi nella routine dell’assistenza oncologica.
    • Aumentare l’efficienza dello studio – razionalizzando e standardizzando i requisiti normativi e di formazione; e utilizzando i comitati di revisione istituzionali centrali e progetti di studi innovativi, inclusi studi adattivi, protocolli principali e gruppi di controllo comuni.
    • Aumentare la flessibilità in modo che la ricerca possa essere più resiliente nelle crisi future – per esempio gestendo la formazione incrociata dei team di ricerca in modo che le funzioni fondamentali possano essere svolte da vari membri del team; e sostenendo la flessibilità, adottata durante la pandemia, per la selezione del sito, l’avvio e la raccolta dei dati.
  • Erogazione delle cure oncologiche – ASCO invita i responsabili politici, i contribuenti, i medici e altri a basarsi sulle strategie che hanno contribuito a soddisfare i bisogni più urgenti dei pazienti nei momenti peggiori della pandemia. Nello specifico:
    • Aumentare l’accesso e l’equità delle cure – espandendo la copertura della telemedicina in modo permanente; prevenendo i tagli Medicaid; assicurando piani assicurativi accessibili, abbordabili e completi, prevenendo altre limitazioni alla copertura sanitaria dei pazienti; potenziando le sovvenzioni e altri sostegni per le strutture oncologiche nelle comunità svantaggiate; e sostenendo i programmi della rete di sicurezza federale.
    • Proteggere la sicurezza dei pazienti – per esempio, creando nuovi standard di controllo delle infezioni chemioterapiche che tengono conto delle minacce virali come il nuovo coronavirus; garantendo un accesso affidabile ai dispositivi di protezione individuale (DPI) e ai futuri vaccini COVID; e limitando a circostanze eccezionali l’infusione domiciliare di chemioterapia potenzialmente rischiosa.
    • Supportare il benessere del paziente e degli operatori sanitari  – ampliando l’accesso all’assistenza sanitaria e al supporto psicosociale per i pazienti; e migliorando la formazione e il supporto per i team oncologici, interrotti dagli scambi di personale e dal burnout durante la gestione della pandemia.

Per indirizzare l’attuazione delle raccomandazioni, l’American Society of Clinical Oncology (the Society) e le organizzazioni affiliate, la Association for Clinical Oncology (the Association), metteranno in atto una serie di nuove iniziative. Sul fronte dell’advocacy, l’Associazione continuerà a insistere per ottenere politiche che migliorino l’accesso dei pazienti e l’equità delle cure, compresa la ricerca clinica.

Per espandere e migliorare le evidenze per i recenti adattamenti, come l’espansione della telemedicina, la Società pubblicherà i risultati del sondaggio ASCO sul registro COVID-19 in oncologia (ASCO); condurrà nuove ricerche; fornirà nuove linee guida a medici e ricercatori; ne valuterà l’impatto sulla cura del paziente nel tempo.

“Per mesi, gli operatori sanitari hanno navigato in territori inesplorati senza prove o risorse sufficienti”, ha affermato il dott. Burris. “ASCO sta facendo tutto il possibile per colmare le lacune nella conoscenza e nelle informazioni e sollecita il Congresso, l’amministrazione e l’intera comunità oncologica a intensificare gli sforzi in modo da riprenderci da questa pandemia con un sistema di assistenza oncologica più forte ed equo”.