Al Senato la presentazione della campagna #SOStenereSSN, promossa da AIOM, Fondazione AIOM e Panorama della Sanità
Il Presidente Perrone: “Chiediamo alle Istituzioni di approvare una tassa di scopo. L’obiettivo è ridurre il consumo di tabacco e disporre di ulteriori risorse, fino a 13,8 miliardi, da destinare al finanziamento del SSN. Il tabagismo è un fattore di rischio anche per altre neoplasie, per malattie cardiovascolari e respiratorie”. In Italia, sono attribuibili a questa cattiva abitudine oltre 93.000 morti ogni anno, con costi pari a oltre 26 miliardi di euro
Roma, 3 ottobre 2024 – Nove diagnosi di tumore del polmone su 10 sono causate dal fumo di sigaretta, che equivale, in Italia, a quasi 40mila nuovi casi nel 2023. Nel nostro Paese, il 24,5% degli adulti (18-69enni) fuma. Una cattiva abitudine sempre più diffusa soprattutto nelle donne, a cui corrisponde un progressivo aumento della mortalità per carcinoma polmonare in questa fascia della popolazione. Oggi il 75-80% dei casi è diagnosticato in fase avanzata, il che implica ridotte probabilità di guarigione, costi elevati a livello individuale e sociale e un significativo impatto sulla sostenibilità di tutto il Servizio Sanitario Nazionale.
Da questo quadro prende le mosse la campagna #SOStenereSSN, promossa congiuntamente da AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica), Fondazione AIOM e Panorama della Sanità.
Un’iniziativa che mira a sostenere il Servizio Sanitario Nazionale e sensibilizzare cittadini e Istituzioni sui danni del fumo.
L’obiettivo è aumentare di 5 euro il prezzo dei pacchetti di sigarette, una vera e propria tassa di scopo, che può generare fino a 13,8 miliardi da destinare immediatamente al finanziamento del Servizio Sanitario. Paesi come la Francia hanno già modificato il prezzo di vendita, che oggi si aggira sui 12 euro per le sigarette. Anche gli USA hanno stabilito costi alti, intorno agli 8 dollari. La campagna, presentata oggi in conferenza stampa al Senato, vedrà la nascita di un sito dedicato, di un opuscolo scaricabile e di uno spot, con il coinvolgimento di Istituzioni e testimonial pronti a spiegare a tutti i benefici di uno stile di vita sano e libero dal fumo.
Alla campagna hanno già aderito anche AIRC, CIPOMO, Istituto Mario Negri, CREA Sanità, SITAB, Cittadinanzattiva, ACC (Alleanza Contro il Cancro), Ordine dei Medici di Roma, SIHTA, PMI sanità, Fondazione Onda, Fondazione Longevitas, Fondazione RES, SIMM.
“Il fumo di tabacco, oltre a essere il principale fattore di rischio del tumore del polmone, è fortemente associato anche alle neoplasie del cavo orale, gola, esofago, pancreas, colon, vescica, prostata e rene – spiega Francesco Perrone, Presidente AIOM –. È inoltre correlato a malattie cardiovascolari, come infarto e ictus, e respiratorie, come enfisema, asma e BPCO. Queste evidenze mostrano la necessità di interventi volti a diminuirne il consumo. A causa del grande numero di malati e di patologie fumo-correlate, inoltre, i costi in carico al Servizio Sanitario sono altissimi. In Italia, sono attribuibili al fumo di tabacco oltre 93.000 morti ogni anno, con costi diretti e indiretti pari a oltre 26 miliardi di euro. La nostra società scientifica ha deciso di intervenire con una campagna volta a chiedere alle Istituzioni un aumento di 5 euro del prezzo al pubblico dei prodotti da fumo, con un duplice obiettivo: da una parte dissuadere i fumatori, dall’altra trasformare queste nuove entrate in una tassa di scopo, per poterle reinvestire completamente nel finanziamento del Servizio Sanitario”.
“Come rappresentante delle Istituzioni e soprattutto come ricercatrice oncologica ho presentato la scorsa settimana in Senato la mia proposta per elevare il costo delle sigarette e dei prodotti da fumo, così come già accaduto in altri Paesi – afferma Maria Domenica Castellone, Vicepresidente del Senato -. Potremmo in tal modo generare oltre 13 miliardi di euro di ricavi da investire nel potenziamento del Servizio Sanitario Nazionale, oltre che in campagne pubblicitarie mirate a far conoscere soprattutto ai più giovani tutti i rischi legati al consumo di sigarette. La tutela della salute dei cittadini è sancita dalla nostra Costituzione, e occorre fare di tutto affinché essa si realizzi pienamente”.
In Italia, nel periodo 2007-2019, nelle donne, è stato documentato un eccesso di 16.036 morti per carcinoma polmonare, il 16% in più di quanto atteso. Un quadro che riflette la diversità di genere nella diffusione dell’abitudine di fumare nel corso del tempo e che suggerisce l’opportunità di promuovere con forza la lotta al tabagismo.
“Negli ultimi anni si è osservata una diminuzione lenta ma costante del numero complessivo di fumatori, con un rialzo durante la pandemia – sottolinea Saverio Cinieri, Presidente Fondazione AIOM –. Le campagne anti fumo e una maggiore attenzione alla prevenzione primaria hanno ottenuto risultati positivi. Nonostante questo, l’incidenza del tumore al polmone e la sua mortalità sono ancora alte, con numeri in aumento tra le donne, specialmente in età avanzata, poiché i danni del fumo possono emergere anche dopo molto tempo. Nel 2023 le nuove diagnosi sono state 44mila, 30mila negli uomini e 14mila nelle donne. È fondamentale attivare campagne che possano sensibilizzare la popolazione su questo tema, sull’importanza degli stili di vita sani e sulla necessità di interrompere quanto prima l’abitudine tabagica, perché, anche se una diminuzione del numero di sigarette è un buon punto di partenza, non esiste una soglia sotto la quale non risultino dannose”.
“La campagna #SOStenereSSN si pone come obiettivo primario quello di recuperare risorse preziose per far fronte alle tante esigenze del Servizio Sanitario aggredendo una abitudine dannosa come quella del fumo – conclude Sandro Franco, Direttore Panorama della Sanità –. I dati parlano chiaro: in Italia, il 24,5% dei cittadini fuma e uno su 4 consuma più di un pacchetto di sigarette al giorno. Aumentando di 5 euro il costo del pacchetto genereremmo potenzialmente un volume di circa 13,8 miliardi di euro l’anno. Risultato più che prezioso per un sistema che lamenta una cronica carenza di risorse. Ovviamente la speranza è che questo aumento dei costi si traduca anche in un forte disincentivo per i giovani. Speriamo quindi che la nostra campagna possa tradursi in un bene sia per la salute che per la sanità del nostro Paese”.