Notiziario AIOM

COLORECTAL CANCER

Sono due i temi principali emersi al congresso ASCO 2021 sul trattamento del tumore del colon-retto.

Il primo è quello della terapia personalizzata e quindi dell’utilizzo dei farmaci mirati su target molecolare, argomento che è in fase di espansione nell’ambito dei tumori colo-rettali. Il secondo tema riguarda la terapia di mantenimento argomento più inerente la strategia terapeutica dopo terapia di induzione di prima linea. In particolare quattro studi abbiamo selezionato per avere evidenziato i risultati più interessanti.

Il primo studio è il KEYNOTE 177 il quale confronta in prima linea nei pazienti con tumore del colon con alta instabilità microsatellitare, pembrolizumab vs terapia standard. E’ stato evidenziato come l’immunoterapico in prima linea impatta notevolmente in importanti outcome clinici come la Progression Free Survival la Progression Free Survival 2, la % di risposte e la qualità della vita. E’ uno studio che avrà un forte impatto e che cambierà la nostra pratica clinica in tale setting di pazienti.

Il secondo è stato invece un aggiornamento del DESTINY-CRC01, uno studio condotto in un piccolo setting di pazienti con iper espressione di HER2. Lo studio valuta trastuzumab-deruxtecan in una porzione di pazienti pesantemente pretrattati (in media quattro linee di terapia). La molecola ha dimostrato un’ottima attività con un 45% di risposte al trattamento. Ci sono dati interessanti anche per quanto riguarda la Progression Free Survival e la Overall Survival.

Il terzo studio di cui abbiamo valutato i risultati è lo studio CHRONOS, una ricerca italiana che ha selezionato, in base allo stato mutazionale di RAS e BRAF alla biopsia liquida, l’utilizzo o meno del Rechallenge con Anti-EGFR. Studio condotto su 27 pazienti, ha evidenziato come in oltre il 60% dei casi ci sia stato controllo della malattia a quattro mesi. Lo studio che ha mostrato dati di attività molto promettenti, ha anche evidenziato come l’utilizzo della biopsia liquida potrebbe essere un elemento importante per scegliere quei pazienti a cui riproporre o meno una terapia già eseguita in precedenza.

L’ultimo studio è il trial PANAMA che si pone l’obiettivo di rispondere ad una domanda: il fluoro da solo nel setting di terapia di mantenimento è sufficiente? Nello studio vengono confrontati, dopo una terapia d’induzione, la terapia di mantenimento con fluoro più panitumumab o solo fluoro. I risultati evidenziano che l’associazione fluoro più panitumumab è superiore al solo fluoro in termini di Progression Free Survival. Dato che non viene confermato per quanto concerne la Overall Survival. Nonostante i dati siano ormai molti circa l’approccio al trattamento di mantenimento dopo induzione, rimane difficile, pensare che nella pratica clinica si possa standardizzare un approccio che vada bene per tutti i pazienti. Rimane fondamentale pertanto per il clinico, orientare la scelta della migliore terapia di mantenimento non soltanto sulla base dei trial clinici, ma anche sugli obiettivi desiderati dal paziente e sugli obiettivi oncologici raggiunti e raggiungibili.

Emiliano Tamburini