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Response rates to second-line platinum-based therapy in ovarian cancer patients challenge the clinical definition of platinum resistance

Lo studio ha analizzato la storia clinica, la risposta ai trattamenti e la sopravvivenza globale di 341 pazienti, definite platino resistenti (cioè con ricaduta di malattia a < 6 mesi dalla fine del trattamento a base di platino), trattate in seconda linea con differenti regimi di chemioterapia. Mentre nelle pazienti con recidiva tra 0 e 3 mesi dalla fine del platino non vi era alcuna differenza di risposta se si utilizzavano trattamento a base di platino o agenti non platino, nelle pazienti che ricadevano tra 3 e 6 mesi il trattamento a base di platino si traduceva in una maggiore risposta e migliore sopravvivenza rispetto al non platino. Questo studio, che necessita di conferma, tenderebbe a suggerire che la soglia che definisce la platino resistenza andrebbe anticipata a 3 mesi e non a 6 come fino ad adesso è stato fatto. In realtà vale la pena ricordare che le soglie sono comunque arbitrarie e molto legate a come si fa la sorveglianza nel follow up. Oltretutto, il tempo alla recidiva è fortemente condizionato dal tipo di chirurgia (chirurgia primaria vs neoadiuvante) e chemioterapia (con o senza bevacizumab) che la paziente ha ricevuto in prima linea. Pertanto è il giudizio del clinico, come ulteriormente sottolineato nella V conferenza mondiale sul tumore dell’ovaio, che deve guidare la scelta del trattamento con o senza platino al momento della recidiva.


Lindemann K, Gao B, Mapagu C, Fereday S, Emmanuel C, Alsop K, Traficante N; Australian Ovarian Cancer Study Group, Harnett PR, Bowtell DDL, deFazio A

Gynecologic Oncology, 2018 May 25

 

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